L’etichettatura alimenti è fondamentale per fornire informazioni dettagliate e complete ai clienti sui prodotti che trovano al supermercato, permettendo loro di fare scelte alimentari consapevoli.
Non solo: le etichette apposte sulle confezioni degli alimenti riportano dati importanti, che consentono di conoscere il percorso di un alimento, dalla produzione alla tavola, rendendolo tracciabile.
Continua a leggere l’articolo per scoprire di più!
Etichettatura alimenti e tracciabilità nell’industria alimentare
“Siamo ciò che mangiamo”, diceva il filosofo Feuerbach già nel 1850. Oggi questa frase non è solo un modo di dire, ma indica uno stile di vita condiviso che pone l’attenzione sulla qualità e la freschezza degli ingredienti e dei cibi, ma anche sulla loro provenienza e sugli step intermedi che hanno compiuto prima di arrivare sugli scaffali del supermercato.
Nell’ambito della produzione alimentare, la tracciabilità è il processo mediante il quale si tiene traccia di tutti gli elementi che creano, modificano e trasformano un prodotto, che sia alimentare, chimico, industriale o logistico.
Tracciare un alimento o un prodotto significa risalire alla sua storia, in ogni fase della supply chain: dalla raccolta delle materie prime, alla lavorazione delle stesse, alle fasi di confezionamento e trasporto, fino al momento dell’arrivo al consumatore finale.
La tracciabilità prodotti alimentari si deve distinguere dalla rintracciabilità che, invece, si riferisce al sistema che, andando a ritroso nella catena di produzione di un prodotto, vuole ricercare un preciso evento o un'azione.
Entrambi i processi si basano su una raccolta precisa e ordinata di informazioni durante ogni fase della supply chain, per identificare ogni singola azione svolta.
La tracciabilità comunica ogni singolo processo e consente di conoscere tutte le fasi di trasformazione del prodotto - parte quindi dalle materie prime e dai semilavorati per arrivare al prodotto finito. La rintracciabilità consente invece di conoscere e individuare i dettagli di ogni singola fase di trasformazione di un alimento, facendo il percorso inverso.
L'Unione Europea ha stabilito che, dal 1° gennaio 2005, gli operatori del settore alimentare devono dare obbligatoriamente delle indicazioni relative alle origini dei prodotti e chi è intervenuto nelle singole fasi di produzione lungo tutta la filiera, apponendole sulle etichette e sulle confezioni dei prodotti.
Vediamo quali sono le informazioni obbligatorie per diverse tipologie di alimenti.
Etichette alimentari: le informazioni per la tracciabilità
Alimenti preimballati
Secondo il regolamento UE 1169/2011, l’etichetta di un prodotto preimballato deve riportare:
- l’elenco degli ingredienti
- la quantità al netto dell’alimento
- il nome commerciale del prodotto
- la data di scadenza
- i valori nutrizionali
- il titolo alcolometrico volumico, per le bevande con un grado alcolico al di sopra dell’1,2% in volume
- le condizioni di conservazione o di utilizzo
- il nome e l’indirizzo dell’addetto del settore
- il luogo di provenienza
Prodotti ortofrutticoli
I prodotti ortofrutticoli devono contenere sugli imballaggi informazioni che riguardano:
- l’imballatore
- la natura del prodotto
- la sua denominazione
- il paese di produzione
Carni bovine e avicole
Per quanto riguarda le carni bovine preincartate, il nostro Paese si rifà alle regole del CE n. 1760 del 2000. Le informazioni che devono essere presenti obbligatoriamente in etichetta sono:
- il paese in cui il bovino è nato
- il luogo dove è stato allevato
- il macello dove l’animale è stato abbattuto
- la sede del sezionamento della carcassa in tagli commerciali
Dopo l’ondata di panico scoppiata nel 2004 a causa dell’influenza aviaria H5N1, nel 2005 il governo ha emanato un’Ordinanza Ministeriale nella quale si specificava l’obbligo di etichettatura delle carni avicole, che devono riportare sull’etichetta:
- la denominazione di vendita
- la quantità del prodotto
- l’origine della carne
- la ragione sociale dell’edificio di produzione
- il codice dell’allevamento di origine e quello del macello
- le date di macellazione e sezionamenti
Ittici freschi e surgelati
Tra questi due alimenti si pongono delle differenze nell’etichettatura alimenti.
I prodotti freschi devono riportare sul cartellino indicazioni come:
- la denominazione commerciale della specie
- il metodo di produzione
- la zona di cattura
Gli ittici surgelati invece, oltre alle informazioni condivise con il pesce fresco sulla denominazione commerciale, sul metodo di produzione e sulla zona di cattura, devono riportare in etichetta:
- l’elenco degli ingredienti e delle specie presenti
- la quantità netta o nominale
- il termine minimo di conservazione
- le modalità di conservazione
- il codice identificativo del lotto di produzione
- la sede del produttore e dello stabilimento di produzione/confezionamento
Uova
Per quanto riguarda le uova, è possibile ricavare informazioni molto dettagliate grazie ad un codice alfanumerico posto sul guscio che consente di risalire:
- alla tipologia di allevamento delle galline
- al paese, comune e provincia di allevamento
- al codice identificativo dello specifico allevamento di provenienza
Olio
In Italia le disposizioni sull’etichettatura di origine degli oli riguardano solo gli oli d’oliva vergini ed extravergini.
In etichetta devono obbligatoriamente essere indicati il Paese (o Paesi) di raccolta, coltivazione e molitura delle olive. Nel caso si debbano citare più Paesi, essi si devono dichiarare in ordine decrescente in base alla quantità.
Per quanto riguarda i prodotti italiani, solo gli oli a denominazione protetta (DOP, IGT, IGP) possono riportare in etichetta la zona geografica di coltivazione o dove è situato il frantoio.
Miele
L’etichetta del miele deve riportare le seguenti informazioni:
- denominazione di vendita (per esempio, “miele millefiori”)
- quantità netta o nominale
- nome, ragione sociale o marchio depositato
- sede del produttore, confezionatore o venditore
- paese d’origine del prodotto
- codice relativo al lotto di produzione
- indicazione della data di scadenza
Sono vietate sulle confezioni frasi che richiamano ad ipotetici effetti positivi, terapeutici o curativi del prodotto.
Latte
Secondo la normativa vigente nel nostro Paese, è obbligatorio specificare il luogo di origine e provenienza dei soli prodotti appartenenti alle categorie “latte fresco pastorizzato.”
Tutti gli altri prodotti lattiero caseari, come latte a lunga conservazione, yogurt o formaggi sono esenti da questo obbligo e la denominazione della provenienza viene indicata sulla confezione solo su base volontaria.
Passata di pomodoro
Sulle confezioni delle passate di pomodoro deve leggersi chiaramente la zona di coltivazione dei pomodori che vengono utilizzati per la passata. In questa categoria non rientrano quindi le conserve che si ottengono da pomodori reidratati e concentrati.
Tutte queste informazioni presenti sulle etichette consentono di ricostruire la filiera del prodotto, e di permettere agli acquirenti di effettuare scelte alimentari in piena consapevolezza.
Una tecnologia in grado di stampare e applicare in modo automatico etichette conformi al Regolamento UE, inserendo nel layout elementi come:
- codici a barre
- QR code
- ingredienti
- valori nutrizionali
- lotto di produzione
- importo
- prezzo
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